Nell'uso
comune, parlare di emozioni, ci porta a riferirci ad una variazione
nell'attivazione dell'individuo, si assiste infatti a modificazioni
comportamentali ( azione che compiamo in conseguenza ad un' emozione)
e fisiologiche (rossore, lacrimazione, battito cardiaco..).
Secondo
Plutchick, “un'emozione é una complessa catena di eventi
che incomincia con la percezione di uno stimolo e finisce con una
interazione tra l'organismo e lo stimolo che ha dato avvio alla
catena di eventi”. Esistono delle categorie di eventi principali:
Le
principali teorie cooncorrenti le caratteristiche epistemologiche
delle emozioni sono
a)
emozioni come funzione adattiva dell'individuo (Darwin)
b)
emozioni come basi innate dell'individuo (Harris)
Alle
funzioni sono state riconosciute almeno tre funzioni riferite l'una
all'azione e le altre ad una componente comunicativa:
1)
attivazione dell'organismo → possibilità di reagire o bloccarsi
davanti ad uno stimolo
2)
comunicare agli altri → comunicare all'esterno la propria
situazione (rossore, sguardo fisso..)
3)
comunicare a se stessi → informare l'individuo che ci si deve
preparare a fronteggiare una reazione di fronte ad uno stimolo.
Le
toerie dello svulippo: teoria
della differenziazione vs teoria
differenziale
La
teoria della differenziazione
proprosta da Bridges, ipotizza che nel neonato si possa distinguere
solo uno stato di maggiore o minore eccitazione e solo successivamnte
questo si completi con la distinzione di stati emotivi di piacere
e sconforto. I 3 stati
principli su cui si fonda l'elaborazione crescita emotiva sono:
piacere/gioia, circospezione/paura, rabbia/collera.
In
sudetta teoria possiamo disitnguere 6 diversi stadi:
-
Primo
e secondo (primo
bimestre) → precursori degli stati emotivi: (il bambino prova
piacere o paura per qualche situazione esterna insolita e non per le
carateristiche dello stimolo in se) i comportamenti emotivi sono il
sorriso endogeno, il trasalimento, il dolore (espresso attraverso il
pianto), lo sconforto. Vengono detti precursori dal momento che non
vi è fino questo periodo una vera e propria rielaborazione
cognitiva di tali situazioni che scatenano reazioni nell'individuo;
-
Terzo
(dai 3 mesi) → emozioni vere e proprie: compaiono piacere, rabbia,
disappunto, circospezione. Trattasi di emozioni che partono dal
soggetto e riguardono il mondo esterno, ad esempio il piacere
provato dal bambino nell'essere riuscito a compiere un'azione come
avvicinare a se un oggetto o, viceversa, il disappunto provocatogli
dalla non riuscita. Inizia una sottile consapevolezza delle proprie
sensazioni interene;
-
Quarto
→ consapevolezza: il bambino acquisisce maggior consapevolezza
delle proprie emozioni come la puara, la gioia, la collera, la
sorpresa;
-
Quinto
→ maggiore complessità: le emozioni sono più “raffinate” e
graduate e si arricchiscono della componente dell'attaccamento alle
figure di riferimento;
-
Sesto
→ sperimentazione: il bambino sperimenta a livello affettivo ed
emotivo la sua autonomia emotiva e la solidità del suo
attaccamento, compaiono: esultanza, ansia, umore irato, petulanza.
La
teoria differenziale
si disitingue dall'importanza attribuita alla compente innata delle
emozioni. Si presuppone che l'uomo nasca con delle emozioni di base
indifferenziate , si parla di emozioni primarie. Si pensa che
l'apprendimento, lo sviluppo congnitivo siano la base scatenante le
emozioni e gli stati affettivi. Tale teoria distingue tre diversi
livelli:
-
Espressione
dei bisogni (per i primi 2-3 mesi di vita): vengono messi in atto
comprtamenti affettivi ed esprissivi per comunicare all'adulto i
propri bisogni. Le emozioni implicate sarebbero stato di interesse,
sconforto, tristezza, sorriso endogeno, trasalimento e disgusto;
-
Attenzione
al mondo esterno (dai 3-4 mesi circa): il bambino prende interesse
per il mondo esterno e mette in atto processi percettivo-affettivi.
Appaiono il sorriso sociale, la goia, la soprpresa, la collera e la
paura;
-
Consapevolezza
(dai
9 mesi) il bambino migliora la consapevolezza ce ha di sé e del
proprio agire, le
nuove emozioni implicate sono timidezza, colpa e disprezzo.