27 giu 2015

Disegnare progettando e comunicando

Tra i 6 ed i 9 anni assistiamo a due nuove fasi pittoriche dette 1) “realismo intellettuale” e 2) “realismo visivo” caratterizzate dall'arricchimento di particolari e dettagli nel disegno. Nel primo realismo, il bambino cerca di rappresentare le scene di ciò che immagina o pensa, nel modo più realistico possibile, comincia a riempire tutti gli spazi del foglio, arricchisce i suoi oggetti di particolari come ad esempio una casa vista anche dall'interno (come avesse i muri trasparenti) con tanto di mobili e stanze o il disegno di un treno comprendente le rotaie viste dall'alto. Tali caratteristiche indicano i primi tentativi di dare profondità ai disegni.
Realismo intellettuale
Profili
Nella seconda fase, dagli 8 anni circa, il bambino cerca di dare movimento alle persone, aumenta l'interesse decorativo e il tentativo di disegnare profili.


Profondità
Un'interessante accorgimento di Bombi e de Fabritis, mette in evidenza come il disegno possa avere intenti comunicativi derivanti anche dalla costruzione sociale di un simbolo. Per spiegarci meglio, ad esempio, basta notare il modo in cui i bambini (anche provenienti da zone diverse come Roma piuttosto che Milano) abbiano comunque lo stesso modo di rappresentare una casa. Nonostante questi possano vivere in condominio o case di campagna esiste in loro un prototipo socio-culturale di casa che li porta a disegnarla in modo simile sempre. Questo accade anche per quanto riguarda le strisce di terreno che delimitano l'erba o i gabbiani disegnati con un “v”. Questa riflessione vale ad indicare l'importanza che la società occupa nelle produzioni e abilità dei bambini, elementi che però non ostacolano la loro creatività che si esprime nei processi e non nei prodotti. Disegnare richiede molteplici abilità e capacità → rappresentazione mentale della realtà; progettazione; esecuzione; monitoraggio; controllo; valutazione; eventuale riprogettazione e correzione..)


Bibliografia immagini:
realismo intellettuale

profilo

profondità

22 giu 2015

“Disegni o scarabocchi?” Il significato e la nascita del disegno infantile

Un bambino a partire dai due anni di vita inizia a sperimentare l'attività del disegno. Inizialmente potrebbe essere un piacere strettamente motorio ossia il bambino si diverte a prendere controllo del pennarello, matita, pennello che casualmente produce segni nella superficie interessata. In questa fase, detta dei “scarabocchi”,
Scarabocchi
il bambino tende a stabilire a priori ciò che ha prodotto, specialmente su stimolo o suggerimento dell'adulto, questo fenomeno è anche conosciuto come “realismo fortuito” nel senso che il bambino scopre successivamnte ciò che ha prodotto. A seguire vi è la fase del “realismo mancato” nella quale il bambino parte con un'idea nella mente, con un'intenzione rappresentativa che spesso non riesce a portare a termine, importante a questo proposito è il ruolo dell'adulto che non deve scoraggiare il bambino sottolineando i suoi fallimenti.
Disegno per schemi
Omino testone
Dai 4 ai 6 anni, Periodo della fase “pittorica” il bambino predilige soggetti umani o animali utilizzando la strategia detta “omino testone” in cui un unico cerchio rappresenta la testa includendo anche il corpo con attaccate gambe e braccia ( solitamente delle sottili linee), arricchito a volte da occhi e bocca. Man mano che passano i mesi, il bambino aggiunge altri particolari come il collo e qualche sommario indumento. Nei primi 4 anni il disegno è pressochè il risultato di soggetti singoli mentre verso i 5 anni compare anche lo sfondo con altri oggetti come il sole, una casa, un albero... Il bambino distingue due diverse abilità in questi anni:

a) disegno per schemi → diversi soggetti isolati (cane, bambino, mamma...) ficnhè lo spazio del foglio lo consente
b) disegno per sfondo → ai soggetti disegnati si aggiungono elementi di sfondo e completamento come una casa, il sole, la riga del prato.

Disegno con sfondo
Un'interessante osservazione caratteristica di questo periodo (4-6) è che spesso il disegno finale appare quasi come una scena teatrali nella quale tutti i soggetti sono in fila al centro del foglio rivolti verso chi guarda, questo sta ad indicare che il pensiero del bambino è ancora ingenuo e per questo non è in grado di mettere in scena collegamenti spaziali degli oggetti che disegna. Altro aspetto veramente importante è che l'abilità e la motivazione al deisegno dipendono fortemente anche da un insieme di fattori quali: a chi è rivolto il disegno (mamma, educatrice, sorella..); tipo di materiale utilizzato (penarello a punta fina o grossa, matita o tempera..); spazio a disposizione.


Bibliografia immagini

fase schemi


scarabocchi

fase sfondo


10 giu 2015

Lo sviluppo delle emozioni parte 2

Esiste una terza teoria a capo dell'ipotesi delle emozioni ossia la teoria congitivista di Scherer, il quale sostiene che lo sviluppo emotivo sia condizionato dalle capacità valutative del bambino. Vi sono 5 diverse valutazioni che il bambino mette in atto per comprendere e gestire le proprie emozioni.
Novità o familiarità: nel primo mese di vita il bambino può valutare un certo fenomeno/stimolo come elemento di novità o familiare;

Piacere o dispiacere: poi disntingue se tali stimoli suscitano piacere o sconforto;

Pro o contro un obiettivo: dai 3 mesi valuta se un determinato stimolo lo dirige al suo obiettivo o lo ostacola provando così paura o collera, contentezza o gioia;

Richieste sociali: a partire dai 12 mesi le emozioni si basano sul confronto fra le azioni del soggetto e le richieste sociali, compaiono vergogna, colpa e disprezzo.

Il controllo emotivo

Si può iniziare a parlare di controllo delle emozioni verso gli 8-9 mesi circa quando il bambino inizia un faticoso tentativo di autocontrollo. Il processo di controllo avviene all'interno di 3 sfere dimensionali quali fattori cognitivi, sociali e culturali. Esistono varie forme di controllo, come afferma Petter:

  1. Controllo del proprio corpo: solimante riguardanti la dominazione delle emozioni di collera che portano il bambino ad evitare, in modo graduale, di utilizzare il proprio corpo per scaricare la tensione (rotolarsi per terra, buttarsi a terra..). Successivamente il bambino impareà anche a non utilizzare la sua motricità anche rivolta verso l'esterno (lanciando oggetti, sbattendo qualcosa addosso a qualcuno o verso l'oggetto scatenante la collera);
  2. Differire: strategia che si estende anche oltre la collera e riguarda più emozioni e consiste nel cercare di “diluire” nel tempo la reazione all'emozioni fino a posticiparla e non pensarci più;

  1. Circoscrivere: consiste nel cercare di isolare la propria emozione nella propria mente cercando di metterla da parte e mettere in primo piano altri aspetti più rilevanti e meno dannosi;
  2. Nascondere: già dai 3-4 anni i bambini iniziano a mascherare le proprie emozioni per evitare che queste prendano il sopravvento con anche atteggiamenti aggressivi;
  3. Fingere: dai 6 anni i bambini mettono in atto la finzione in modo consapevole per alleviare le emozioni;
  4. Sostituire: tale strategia consiste nel contrastare l'emozione negativa o forte, attraverso un attvità positiva e piacevole, pensando per esempio ad altre cose piacevoli e interessanti per far passare in secondo piano l'emozione vissuta. Solitamente tale strategia viene messa in atto dai 6-7 anni quando i bambini sono in grado di capire che in questi casi è bene pensare ad altro e distrarsi attuando appunto la sostituzione dell'emozione con qualcos'altro di piacevole.
Bibliografia immagine:
https://www.google.it/search?q=emozioni&espv=2&biw=1366&bih=667&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0CAYQ_AUoAWoVChMInr-rz8mFxgIVhOxyCh2enACX#imgrc=twu-wNhdfHGs5M%253A%3BHX9yWPsKGQGMLM%3Bhttp%253A%252F%252Fstellalaurini.com%252Fwp-content%252Fuploads%252F2015%252F03%252Femozioni2.png%3Bhttp%253A%252F%252Fstellalaurini.com%252F856-sai-gestire-le-tue-emozioni%252F%3B700%3B525


4 giu 2015

Lo sviluppo delle emozioni (parte 1)

Nell'uso comune, parlare di emozioni, ci porta a riferirci ad una variazione nell'attivazione dell'individuo, si assiste infatti a modificazioni comportamentali ( azione che compiamo in conseguenza ad un' emozione) e fisiologiche (rossore, lacrimazione, battito cardiaco..).
Secondo Plutchick, “un'emozione é una complessa catena di eventi che incomincia con la percezione di uno stimolo e finisce con una interazione tra l'organismo e lo stimolo che ha dato avvio alla catena di eventi”. Esistono delle categorie di eventi principali:

  • valutazione cognitiva dello stimolo;
  • esperienza soggettiva (sentimento);
  • eccitazione fisiologica;
  • impulso all'azione;
  • comportamento manifesto.
Le principali teorie cooncorrenti le caratteristiche epistemologiche delle emozioni sono
a) emozioni come funzione adattiva dell'individuo (Darwin)
b) emozioni come basi innate dell'individuo (Harris)

Alle funzioni sono state riconosciute almeno tre funzioni riferite l'una all'azione e le altre ad una componente comunicativa:

1) attivazione dell'organismo → possibilità di reagire o bloccarsi davanti ad uno stimolo
2) comunicare agli altri → comunicare all'esterno la propria situazione (rossore, sguardo fisso..)
3) comunicare a se stessi → informare l'individuo che ci si deve preparare a fronteggiare una reazione di fronte ad uno stimolo.
Le toerie dello svulippo: teoria della differenziazione vs teoria differenziale

La teoria della differenziazione proprosta da Bridges, ipotizza che nel neonato si possa distinguere solo uno stato di maggiore o minore eccitazione e solo successivamnte questo si completi con la distinzione di stati emotivi di piacere e sconforto. I 3 stati principli su cui si fonda l'elaborazione crescita emotiva sono: piacere/gioia, circospezione/paura, rabbia/collera.
In sudetta teoria possiamo disitnguere 6 diversi stadi:

  • Primo e secondo (primo bimestre) → precursori degli stati emotivi: (il bambino prova piacere o paura per qualche situazione esterna insolita e non per le carateristiche dello stimolo in se) i comportamenti emotivi sono il sorriso endogeno, il trasalimento, il dolore (espresso attraverso il pianto), lo sconforto. Vengono detti precursori dal momento che non vi è fino questo periodo una vera e propria rielaborazione cognitiva di tali situazioni che scatenano reazioni nell'individuo;
  • Terzo (dai 3 mesi) → emozioni vere e proprie: compaiono piacere, rabbia, disappunto, circospezione. Trattasi di emozioni che partono dal soggetto e riguardono il mondo esterno, ad esempio il piacere provato dal bambino nell'essere riuscito a compiere un'azione come avvicinare a se un oggetto o, viceversa, il disappunto provocatogli dalla non riuscita. Inizia una sottile consapevolezza delle proprie sensazioni interene;

  • Quarto → consapevolezza: il bambino acquisisce maggior consapevolezza delle proprie emozioni come la puara, la gioia, la collera, la sorpresa;
  • Quinto → maggiore complessità: le emozioni sono più “raffinate” e graduate e si arricchiscono della componente dell'attaccamento alle figure di riferimento;
  • Sesto → sperimentazione: il bambino sperimenta a livello affettivo ed emotivo la sua autonomia emotiva e la solidità del suo attaccamento, compaiono: esultanza, ansia, umore irato, petulanza. 
La teoria differenziale si disitingue dall'importanza attribuita alla compente innata delle emozioni. Si presuppone che l'uomo nasca con delle emozioni di base indifferenziate , si parla di emozioni primarie. Si pensa che l'apprendimento, lo sviluppo congnitivo siano la base scatenante le emozioni e gli stati affettivi. Tale teoria distingue tre diversi livelli:

  1. Espressione dei bisogni (per i primi 2-3 mesi di vita): vengono messi in atto comprtamenti affettivi ed esprissivi per comunicare all'adulto i propri bisogni. Le emozioni implicate sarebbero stato di interesse, sconforto, tristezza, sorriso endogeno, trasalimento e disgusto;
  2. Attenzione al mondo esterno (dai 3-4 mesi circa): il bambino prende interesse per il mondo esterno e mette in atto processi percettivo-affettivi. Appaiono il sorriso sociale, la goia, la soprpresa, la collera e la paura;
  3. Consapevolezza (dai 9 mesi) il bambino migliora la consapevolezza ce ha di sé e del proprio agire, le nuove emozioni implicate sono timidezza, colpa e disprezzo.