Piaget
ci espone lo sviluppo morale del bambinoattraverso lo studio della
bugia ed il furto. Lo studio di questi due fenomeni porta a galla
diversi aspetti morali come
-
giustizia
distributiva e retributiva;
-
la
responsabilità individuale e collettiva;
-
sanzione
espiatoria e reciproca.
Piaget
riuscì a delineare la formazione della moralità nei bambini
proponendo dei racconti in cui emergevano problemi di giustizia e di
colpe.
Dalle
risposte che venivano date dai bambini si riusciva a capire che di
fronte ad atti di sbadataggine (rovesciare molte tazze per sbaglio
dopo essere stati chiamati per pranzo contro il rovesciare un vaso di
marmellata tendando di prenderlo in assenza della madre) la copla
veniva ritenuta maggiore nei confronti del danno delle tante tazze.
Questo aspetto dimostra che i bambini d'età inferiore ai 6/7 anni
attibuiscono maggior importanza alle consegunze concrete rispetto
alle intenzioni del soggetto che compie il danno →
responsabilità
oggettiva
Nei
confronti delle questioni morali sui furti, sempre dalle risposte ai
racconti emerge ad esempio, la tendenza a considerare più grave il
furto del pane per sfamarsi rispetto che il furto di un nastro per il
proprio vestito. I bambini sotto i 6-7 anni attribuiscono la gravità
maggiore all'oggetto e non al motivo che ha portato a rubare (il
nastro è un oggetto più trascurabile mentre il pane è più
importante perciò il bambino che rubava il pane deve essere punito
maggiormente.
Per
quanto riguarda le bugie, fino ai 4-5 anni vengono considerate non
come atti appostitamente compiuti per ingannare l'altro ma
semplicemente qualcosa di sgradito come “una parola cattiva”,
“una parolaccia” …
Anche
in questo contesto, sotto i 6-7 anni viene considerata più grave una
bugia per i suoi effetti reali rispetto all'intenzionalità con la
quale viene detta, esempio:
A)
un bambino per strada incontra un cane grosso che gli fa molta paura.
Quando torna a casa riferisce alla madre che ha visto un cane grosso
come una mucca;
B)
un bambino torna da scuola e racconta alla mamma di aver ricevuto dei
bei boti. In realtà la maestra non aveva dato nessun voto al bambino
ma la mamma, rimasta contenta, ricompensò il bambino.
I
bambini sotto i 6-7 anni considerano una bugia maggiore il caso A in
cui il bambino dice di aver visto un cane grosso come una mucca
perché la ritengono una cosa palesemente falsa anche se questa bugia
non produce alcun effetto negativo. Mentre nel caso del bambino che
mente di proposito nei confronti della madre affermando di aver preso
buoni voti, i bambini lo vedono come un gesto meno grave perché non
produce effetti negativi concreti ai loro occhi. Si parla, secondo
Piaget, di moralità eteronoma
ossia, la credenza
che non si debba mentire o disobbedire “perché è giusto così”,
“ci è stato insegnato così”, “perché lo dice mamma e papà”...
Morale
eteronoma
Si
parla quindi di morale eterona al di sotto dei 6-7 anni basata
sull'accettazione acritica delle norme, il bambino non comprende
appieno il significato di una regola, non saprebbe spiegare perché è
giusta o meno e la accetta perché rispetta e stima l'adulto di
riferimento. Tale morale è basata sull'autorità dell'adulto e dà
più importanza ai risultati rispetto alle intenzioni. (Morale
del dovere)
Morale
autonoma
Si
parla di morale autonoma quando avviene un'accettazione critica e
ragionata delle regole, questo passaggio di qualità avviene, secondo
Piaget, attraverso il confronto con i pari e la cooperazione con
essi. Il soggetto è stimolato a riflettere e paragonarsi agli altri,
a sperimentare l'aiuto reciproco, cresce in lui una coscienza del
bene che abbandona la vecchia accettazione acritica delle regole.
(Morale del bene)
Bibliografia immagini:
https://www.google.it/search?q=bugie+a+4+anni&biw=1366&bih=667&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=wrqTVYDqJMy6swGq9qG4CA&ved=0CAYQ_AUoAQ#imgrc=vvOjfSkW8mfH_M%3A